12 novembre 2019

Nato per non correre - Salvo Anzaldi | Recensione

Non guardare mai la linea del traguardo perché ti sembrerà sempre lontanissima, concentrati al massimo su quanto stai facendo anche se ti sembra poco perché è la somma dei piccoli passi che ti permetterà di raggiungere l’obiettivo finale.
Nato per non correre | Salvo Anzaldi | Casa Sirio | Immagine presa dal web

Salvo Anzaldi, autore e protagonista di Nato per non correre, ci racconta di come oltrepassa i suoi limiti fisici e mentali, correndo i 42 km della Maratona di New York con un ginocchio in titanio dopo anni di preparazione e duri allenamenti.

Nato per non correre è un libro autobiografico. Una storia raccontata con schiettezza e spontaneità. Salvo nel suo libro, parte dall'inizio. Racconta di quando era bambino e scopre di essere emofiliaco.
Grazie alla sua mamma, che non si è mai fatta prendere dall'ansia e l'ha incoraggiato con i suoi "fai come ti senti", il nostro protagonista non ha rinunciato alle partite di calcetto con gli amici anche a costo di sopportare dolori atroci alle caviglie e alle ginocchia.
La prova omerica da superare si chiama emofilia, ci si nasce e ci si muore, è incurabile, al massimo può diventare gestibile. Significa che il sangue non coagula e che interi pezzi del corpo, in particolare le articolazioni e le cartilagini, vanno in malora a forza di emorragie.
Salvo, prima di essere uno scrittore, è un affermato giornalista, premiato da Ciampi in persona per il Premio Saint – Vincent di Giornalismo. Vive una vita normalissima, senza rimpianti, soprattutto dopo aver accettato la sfida propostagli, ovvero quella di partecipare alla maratona di New York. 
Impresa non semplice, impegnativa, stancante e molto importante. 
Salvo, in Nato per non correre, ci porta con lui dietro le quinte, mettendo nero su bianco l'intero percorso della sua preparazione, comprese paure e debolezze, ma anche conquiste e soddisfazioni.

Nato per non correre, non è un semplice libro autobiografico, è soprattutto una vittoria. La vittoria di Salvo e di tutti gli emofiliaci. Un messaggio positivo urlato al mondo intero: nessuna sfida è troppo grande da non poter essere affrontata e che, se ci credi, puoi arrivare dove non avresti mai nemmeno osato sognare.
L’introduzione a freddo di un ago che ricorda quelli usati per lavorare la lana è un’autentica tortura, ma è l’aspirazione del sangue rappreso a provocare un dolore indescrivibile. Sordo. Totale.
La lettura è scorrevole e coinvolgente. Il linguaggio semplice e a tratti ironico. L'autore non si perde in chiacchiere e molto apprezzate le battute e il senso dell'umorismo che si percepisce. Pochissimi dialoghi però, questo a mio parere penalizza un pò la lettura che come scritto prima, pur risultando scorrevole, a tratti diventa pesante!

Ho letto con interesse e curiosità. Non conoscevo questa rara malattia e ne sono rimasta sorpresa della forza e del coraggio di Salvo e i suoi amici maratoneti. Ho letto alcuni passaggi con il fiato sospeso, mi sono emozionata, cercando di mettermi nei suoi panni anche se con scarsi, scarsissimi risultati.

Un libro da consigliare e proporre anche nelle scuole. I ragazzi hanno bisogno più storie come queste. Vere, crude, toccanti...con il lieto fine ma anche senza, proprio per far capire che la vita non è semplice.
Bello ma...avrei preferito qualcosa di ancora più intimo. Nonostante le tre stelle, la mia recensione è positivissima al 100%. Ringrazio la CE CasaSirio per la proposta di lettura e soprattutto per la copia.

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