Ciao Lettori, come state? Che fate di
bello? Io sento caldissimo e ho forti giramenti di testa, pressione o
cervicale? Non saprei, ma questo non ferma la mia voglia di leggere. Ho
terminato in pochissimo tempo un nuovo genere, per me, di romanzo, abituata a leggere
quasi esclusivamente rosa.
Oggi vi parlo di SICE Le bambole non hanno
diritti di Fernando Santini, pubblicato il 31 Luglio 2016, genere giallo.
«Vedi, quella, per noi, non è
una ragazzina. Per noi, e se ci pensi bene anche per te, è solo una bambola. E
una bambola non ha diritti. Una bambola ha solo un dovere. Quello di far
divertire il burattinaio».
Marco Gottardi, Vice Questore con un
passato importante, dopo aver subito sulla sua pelle la violenza della
criminalità, si rifugia a Roma a gestire un piccolo commissariato. La sua
bravura non passa inosservata e così il Ministro degli Interni, gli affida il
comando di una nuova unità, la SICE Squadra
Investigativa Crimini Efferati, dove lui stesso può scegliere gli uomini della
squadra, selezionando i migliori.
Dopo i primi
giorni di quiete, la squadra, si ritrova a indagare sulla morte di un regista
cinematografico, Guglielmo Pierette, avvenuta nel suo appartamento lussoso, a
Roma, inscenato come un presunto suicidio e quella di un bambino, Khaled, rinvenuto
alla foce del Tevere dopo essere stato tortura e serviziato.
“ «Ragazzi, credo si tratti di una brutta storia», dichiara
rivolgendosi agli uomini all’interno della volante.
«Perché?» domanda un agente.
«Si tratta sicuramente di un bambino. Anche attraverso
il sacco si poteva capiva che i resti non sono di un uomo. Troppo minuti,
troppo piccoli…» risponde il commissario.”
I due casi
sono collegati?
Due figure
completamente diverse tra loro cosa posso avere in comune?
La SICE lavorerà sodo per risolvere il caso
e fare giustizia soprattutto al piccolo Khaled. Durante la loro accurata
indagine, troveranno, anche se non richiesto aiuto da ARCO, un organizzazione
segreta che rappresenta la faccia violenta della giustizia, non tanto gradita
dal Vice Questore Gottardi.
La trama si
svolge tra Lecce e Roma. Infatti il piccolo sembra proprio essere sparito
misteriosamente dal CIE, centro di accoglienza e smistamento migranti
della Puglia.
Ho deciso di
leggere SICE, le bambole non hanno diritti, dopo aver ricevuto una email
dall’autore stesso, dove mi chiedeva se ero disposta a leggere e recensire il
suo romanzo, ho accettato senza conoscerlo e senza leggere la trama nonostante non fosse il mio genere.
Inizialmente
ero entrata in confusione, le prime pagine mi sono apparse confusionare, troppi
nomi da ricordare e qualche scena che non riuscivo a collegare tra loro, poi,
pagina dopo pagina mi sono immersa nella lettura, divorando il libro in un solo
giorno.
Ferdinando
Santini scrive benissimo, la lettura è scorrevole, lineare, leggera e
travolgente. I protagnisti sono descritti minuziosamente e le loro emozioni,
paura, rabbia, ira, frustazione, sono state anche le mie.
«Guardami», le dice a bassa voce, ma con un tono imperioso. Lei
alza il viso e lo osserva. «Ho bisogno di te. La Squadra ha bisogno di te. Quel
bambino ha bisogno di te. Le vittime su cui indagheremo in futuro hanno bisogno
di te. Ora non posso permetterti di piangere, ora ho bisogno che tu agisca. Ti
consentirò di piangere quando avremo trovato i bastardi che lo hanno ridotto
così.» «Capo, io…» «Teresa, quel bambino è morto, ma altri sono ancora in vita
e noi dobbiamo salvarli.»
L’argomento
trattato è tosto, forte, delicato e attuale. Lui specifica che ciò che racconta
è pura finzione, ma io credo fortemente che in parte di quello che ha “inventato” sia vero. In ogni parte del
mondo, in ogni momento della giornata, cè un innocente che muore per opera di
gente perversa e malata.
Ho amato
particolarmente il personaggio di Marco, sempre calmo e ponderato, eccellente
nel suo lavoro e fiducioso nella sua squadra. Ogni tanto, il tema rude, è stato
alleggerito da qualche battuta sarcastica, che mi ha strappato un sorriso non
facendomi pesare la lettura e distraendomi anche se per poco dalle atrocità che
leggevo.
«Ma tu avevi proprio bisogno di questo pagliaccio?» domanda la
donna rivolgendosi al vicequestore. «Sì, perché ogni re ha bisogno di un
giullare.»
Sono felice di essermi spinta oltre il mio solito genere, ho molto apprezzato questo libro, mi è piaciuto molto e mi sento di consigliarlo.Credo di leggere altro di questo autore che ha senza dubbio "adottato" una nuova lettrice e ringrazio per avermi inviato una sua copia digitale gratuitamente in cambio di una recensione onesta.
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Grazie Lettore, per essere arrivato fino alla fine del post.
Baci, Alexandra ♥
Come promesso, eccomi qui! :)
RispondiEliminaFelice di condividere le tue impressioni sul libro, potrei quotare tutto quanto hai scritto. Noto che la lettura di SICE ha turbato più di una persona... È così facile dimenticare che la violenza non si esaurisce alle prime notizie del telegiornale, ma che spesso si diffonde in una rete sotterranea dove la giustizia non punta mai la sua luce.