Molti mesi prima che scoppiasse la pandemia coronavirus, in biblioteca regalavano dei libri che avevano scartato. Ne ho presi un po' e portati a casa, senza nemmeno sfogliarli li ho sistemati in libreria e stop. Oggi, causa trasloco ho dovuto svuotare il mobile e l’occhio mi è caduto su “La stanza di mio fratello di Anne Icart”, senza leggere ne trama ne biografia, mi sono accomodata sul divano e ho iniziato a leggere, dalla prima all’ultima pagina senza pausa!
Mi son trovata tra le mani un libro delicato, commovente, intimo e molto privato. L’amore speciale di una sorella “normale” per il fratello “diverso”, un diario di ricordi e pensieri che percorrono la vita dei due protagonisti: Anne e Philippe.
La prima pagina del libro racchiude secondo me il vero significato dell’amore. Anne decide di non sposarsi, di non crearsi una famiglia sua per poter stare accanto al fratello, per proteggerlo da chi come Thomas, il suo ex fidanzato, nemmeno lo vedeva. Scelta non semplie e coraggiosa, non facile da capire a chi non vive con una persona disabile accanto. Un gesto da ammirare.
Ho lascito Thomas all’indomani dei miei trent’anni.Il mio cuore diviso in due. Come sempre.Posso moltiplicarmi, non è questo il problema. Ho un sacco di amore dentro di me.Ma non posso dividermi. E non mi piaceva la maniera in cui lui ti guardava. Anzi, in cui non ti vedeva.
Ho apprezzato il voler raccontare, renderci partecipi, non solo della felicità ma anche e soprattutto delle difficoltà della vita quotidiana nell’avere accanto una persona diversa, portatrice di handicap. La scrittrice ha anche evidenziato la rabbia e la ribellione provata nell’adolescenza, l’imbarazzo che le procurava avere un fratello maggiore che nessuno le invidiava. Le preoccupazioni per non poter essere sempre al suo fianco e proteggerlo dal mondo marcio che li circondava, al sentirsi impotente contro la sua anormalità.
Un libro forte e toccante, una lettura che fa riflettere e meditare sulle piccole e grandi cose della vita. Quante volte ho provato ciò che Anne ha raccontato, il mio animo sensibile mi ha permesso di creare il giusto feeling con tutto ciò che ho letto. La mia mente mi ha riportato indietro a quando, da adolescente, chiusa nella mia stanza mi interrogavo sul perché mio fratello, nonostante frequentasse già le scuole medie, non riuscisse a capire ciò che leggeva.
Quello che mi rimane in mente di questo discorso è che tu non guarirai. E che quindi non sei un eroe, il mio eroe, il mio fratellone rassicurante, ammirevole, che mi tranquillizza quando ho paura del buio e delle piovre marziane […]Non so ancora che queste si chiamano angosce, lo verrò a sapere molto più tardi.
La lettura è semplice, scorrevole, pulita e “amichevole”. L’autrice ha aperto il suo cuore e ha messo nero su bianco le sue emozioni più profonde, senza bisogno di giri di parole, è arrivata dritta al mio cuore e anche in quelli di tutti gli altri lettori che hanno avuto la fortuna di leggere questo libro.
Il titolo originale è Les Lits en diagonale che tradotto vuol dire I letti in diagonale. Proprio con i loro letti messi in diagonale i due fratelli hanno condiviso i momenti più belli della loro infanzia, superando le infinite difficoltà del mondo.
Ho i piedi affondati nel cemento.Non è divertente essere la sorella di un handicappato. Ho l’impressionw di avere grossissimi pesi da portare, oltre alle tue ali sbriciolate.
Un libro da far leggere a tutti i bulletti che ridono alle spalle delle persone diverse. Una lettura da proporre nelle scuole per sensibilizzare la nuova generazione che senza offesa sta venendo su piuttosto marcia.
Cara Alexandra, questo libro mi sembra molto interessante, leggendo la descrizione.
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso come stai? Grazie per essere sempre presente...è proprio un bel libro, a me è piaciuto molto.
EliminaTi abbraccio!