Al Vincent che non si conosce così bene,
ma che si vorrebbe conosce da sempre.
Un libro tanto piccolo quanto potente. Un libro originale e moderno pur trattando di un personaggio vissuto nel 1800.
Ho studiato Vincent Van Gogh, avendo frequentato una scuola d'arte e credevo di leggere qualche approfondimento sulla vita di questo straordinario artista...invece, Carlotta Casolaro mi ha regalato, con le sue parole, un qualcosa di prezioso.
Per chi non lo sapesse, Vincent Van Gogh ha vissuto da incompreso, con una vita tormentata, tanto da spingerlo al suicidio, sparandosi.
Come nella realtà, anche in L'uomo con i girasoli negli occhi, troviamo un Vincent fragile, solo e incompreso soprattutto dalla famiglia. L'unico a riconoscere il suo talento artistico è il fratello Theo. Carlotta Casolaro, accenna alcuni punti della vita dell'artista approfondendoli e modificandoli a sua immagine e somiglianza, dando una seconda possibilità a un artista considerato folle e burbero.
Al che commentai:«Per primo tu,quando credevi che l'arte fosse spazzatura e non un motivo per vivere. Il secondo è stato il dottore di qui. I folli vanno sorvegliati.» gli feci il verso.
Dio, ne avevo una voglia matta.
«Mi sa che tra i due non sei tu il folle, Vincent. Pazzo è chi si cura del tuo corpo facendoti ammalare il cuore di solitudine.»
Il libro ha otto capitoli, alcuni riportano i titoli di alcune opere dell'artista, riprendendo tutti, come sottotitolo anche qualche lettere che Vincent si scambiò con il fratello. Attualmente le lettere, sono raccolte in un racconto epistolare intitolata Lettere a Theo e i temi trattati sono vari.
Carlotta Casolaro, l'autrice, definisce questa sua opera una ribellione interiore nei riguardi di chi rifiuta la vita. In una intervista racconta che L'uomo con i girasoli negli occhi è sfida e provocazione al tempo stesso.
In questo testo, l'autrice ha voluto raccontare, un'altra faccia dell'artista, approfondendo un'amicizia che non fosse quella con Paul Gauguin ma di un certo Cristoph. Di fatti la Prefazione del libro inizia proprio con un pensiero dell'amico (o forse amante?) Cristoph, puntando molto su un fiore, divenuto poi simbolo di riconoscimento del grande Van Gogh.
Solo allora, un fiore fu capace di contagiarmi d'arte. Solo allora, l'arte fu capace di condurmi a un uomo. Solo allora, un uomo fu capace di far fiorire, in me, il germoglio dell'amicizia.
La lettura oltre ad essere interessante e molto scorrevole e leggera. Originale, perché si va a leggere ciò che non ci si aspetta e a raccontarlo è lo stesso Van Gogh, narrando appunto in prima persona.
Un finale alternativo, oserei dire anche dolce e delicato, esattamente come a ciò che rappresenta. Raramente leggo anche i ringraziamenti, spesso li trovo inutili e tutti uguali, invece Carlotta Casolaro mi ha sorpreso anche li...ha fatto dei ringraziamenti anonimi per il lettore qualunque ma molto intimo, senza citare nomi, per i diretti interessati.
La copertina è bellissima, il colore arancio-giallo è dominante come in molte opere di Van Gogh. Si narra che l'artista era affetto da xantopsia, una distorsione della percezione che gli faceva vedere il mondo intorno più giallo della realtà e questo spiegherebbe l’ossessione per il colore che caratterizzava i suoi quadri.
Lettura piacevole e consigliata. Adatto anche a chi non ama l'arte. Ringrazio la Casa Editrice Kimerik per la copia.
Non conoscevo questo libro e non sapevo della xantopsia!
RispondiEliminaSicuramente lo aggiungerò in TBR!
Povero Vincent Van Gogh, semnbra un libro interessante. Grazie per la prsentazione
RispondiEliminaBuon fine settimana in arrivo a breve . . .
Mi sembra interessante. Grazie per la segnalazione!
RispondiEliminaCiao cari cittadini
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