18 giugno 2019

[Blogtour+Giveaway] Le cicatrici che non ho - Marianna Pizzipaolo [2°Tappa]

Buon Martedì lettori della clessidra, come state? è da un pò che non aggiorno e i post delle segnalazioni erano già programmati...non so dirvi esattamente il perchè ma questo mese, pur amandolo alla follia, mi sta rallentando in tutto, soprattutto nelle letture!
Passiamo oltre, ho cose più importanti e divertenti da raccontarvi. Come avete notato dal titolo del post, oggi il blog partecipa alla seconda tappa del Blogtour del libro di una scrittrice emergente che ho avuto l'onore di conoscere e farmi amica anche se solo virtuale...spero un giorno di incontrarla dal vivo e fare quattro chiacchiere, ha una bella parlantina e i suoi vocali la dicono lunga hihihi è simpaticissima e io l'adoro.
Le cicatrici che non ho di Marianna Pizzipaolo, ho letto il romanzo un paio di mesi fa e mi ha lasciato dentro un segno indelebile, potete leggere la recensione cliccando sul cuoricino [  ]
BELLO BELLO BELLO BELLO BELLO!
Oggi vi portò a fare un giro dietro le quinte del romanzo Le cicatrici che non ho, io e Marianna abbiamo discusso un bel po’ su cosa mostrarvi in questa tappa e la scelta è ricaduta su quello che nessun altro oltre all’autrice può sapere.
Quindi sotto consiglio di Marianna che crede non interessi a nessuno sapere queste cose, intitolerò la tappa di oggi:
“ROBA CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE O ANCHE NO!”
Guardate un po’ cosa è venuto fuori da questi giorni di chiacchiere con Lei...
«Qual è stata la cosa più difficile che hai dovuto fare per arrivare alla pubblicazione del libro?»
«Potrei fare la figa e dire che ne so, la revisione di bozza, scrivere la sinossi, scegliere la citazione da mettere in rilievo, o il rapporto con la casa editrice o l’ansia sociale di vedere il tuo nome scritto nero su bianco sulla copertina di un libro o altre ventimila cose decenti da dire, ma io sono io e quindi chissene delle figure pessime che vado a fare... la cosa più difficile da fare è stata scegliere la foto da mettere in quarta di copertina! Lo so, non fare questa faccia, sono consapevole di aver dato una risposta da quattordicenne in piena crisi ormonale, ma purtroppo è così! Devi sapere, mia care Ale, che io non sono tipa da selfie, che le foto mi piace farle agli altri o ad “altro” e che io non sono il mio soggetto preferito... quindi quando mi è stata chiesta la foto da mettere sul libro (in realtà me ne sono state chieste quattro!) io sono andata in crisi. In una crisi totale, profonda e disperata perché insieme al materiale da consegnare c’erano anche quelle foto e io non ne avevo neanche una! E quindi cosa potevo fare? Ho chiesto aiuto... ho aperto whatsapp e ho mandato S.O.S. alle amiche, non l’avessi mai fatto!»
«Perché?»
«Perché la risposta più gettonata è stata: “tranquilla ci penso io!” ma devi sapere che quando ti dicono stai tranquilla, tu là ti devi mettere paura... da quel momento in poi il mio telefono è stato intasato di foto “adatte” secondo le mie cosiddette amiche ad essere messe in quarta di copertina...»
«E allora? Guarda che ti hanno consigliato bene, sei davvero bella in quella foto, quasi non sembri
tu!»
«Ma mica era quella! Per quella devo ringraziare la mia amica Paola, che da quel giorno in poi è stata insignita della santità, visto che dopo avermi scattato la foto numero cinquemila, è riuscita a farmi risultare umana, senza sembrare affetta da strane patologie invalidanti e tic nervosi... quelle che mi erano state mandate erano...»
«Erano...» provo ad esortarla a continuare.
«Erano troppo rappresentative della mia vita!»
«La fai sembrare quasi una cosa cattiva...»
«Lo è se praticamente passi la vita a mangiare e a fare smorfie strane!»
«Fai vedere...»
«Nooooooooo»
«Dai su forza... altrimenti ti caccio via dal Blog tour!»
A seguire una serie di improperi non ben identificati, ed ecco che sotto minaccia Marianna “esce” le foto, anche perché sa benissimo che se non fosse stato per me la grafica del Blog tour sarebbe stata la foto di un post-it con su scritto “Blog tour” (Marianna e la tecnologia viaggiano su rette parallele...)
«Certo che sono andate proprio a scartare le foto dove sei venuta peggio! Ma perché fai tutte queste smorfie mentre mangi?»
«Il bello è che non hanno dovuto scartare un bel niente! Io sono questa! Il mio tempo è equamente suddiviso in: me che mangio, me che faccio smorfie, me che dico frasi menefreghiste e senza senso, il tutto mentre sto al computer!»
«Vabbè dai sono simpatiche...» non vedo cos’altro potrei dirle...«Dai però alla fine il risultato finale è ottimo, sembri quasi...» 
«sembro quasi una scrittrice seria, vero! Era proprio questo l’intento! Ti confido un segreto, ho passato le ore con i libri della Fallaci in mano davanti allo specchio a provare ad imitare le sue foto, credo che nessuna sia più “scrittrice” di lei... avevo anche pensato di cominciare a fumare per immedesimarmi il più possibile, ma poi ci ho rinunciato!»
«Quindi tutto merito della Fallaci?» 
«Eh già, Fallaci docet...»
«Raccontaci qualche altro aneddoto, che ne so racconta, com’è stato avere per la prima volta il tuo
libro tra le mani?»
«Domanda di riserva?»
«Come domanda di riserva? Cosa può esserci di più emozionante per una scrittrice di stringere per la prima volta il suo libro tra le mani!»
«Nulla, è solo che io e la sfortuna siamo compagne di vita, ho qualche piccolo problema con il karma, probabilmente in un’altra vita sarò stata una serial killer, o una seviziatrice di cani guida per non vedenti o altrimenti non si spiega!»
«Esagerata!»
«No! Per niente! Devi sapere che quando l’altro giorno è arrivato il corriere con i miei libri tutti belli impilati negli scatoloni, il mio cuore ha fatto fatica a rimanere nel petto... finalmente avevo tra le mani il mio sogno per la prima volta, ed è un’emozione difficile da raccontare! Apro gli scatoloni, prendo un libro, lo accarezzo, me lo rigiro tra le mani, lo annuso (perché non c’è niente di più buono dell’onore dei libri, e se poi è il tuo “bambino”è un qualcosa di indescrivibile!).
E niente sono talmente felice che comincio a piangere di commozione, finché non apro la prima
pagina e mi ritrovo un orrore di stampa: LE CICATRICI CHE NON HOI!»
«Stai scherzando?»
«No! Per niente! Il mio libro è diventato una roba che si mangia in Giappone! “Le cicatrici che non hoi, servito in accompagnamento ad alghe nori, nigiri e futomaki!»
«E adesso?»
«E adesso aspetto di rivivere l’emozione di avere tra le mani il mio libro perfetto, tra qualche giorno...»
«Vedila così, hai avuto il dono di rivivere l’emozione della prima volta con il tuo libro, e non è per tutti!»
«Brava Ale! Questa visione delle cose mi piace!»
«Ne sono felice, e ora cara Marianna, ultima domanda...perché secondo te qualcuno dovrebbe leggere Le cicatrici che non ho?»
«Ale vuoi la risposta seria o la risposta faceta?»
«Che dici facciamo tutte e due?»
«Ok... dovreste leggere Le cicatrici che non ho perché non è quello che può sembrare, non è il classico romance, il classico intreccio d’amore. Le cicatrici che non ho è un viaggio attraverso l’animo umano, è il riuscire a leggere negli occhi delle persone e andare oltre quello che appare, oltre la superficialità dei sentimenti, oltre le apparenze. È un riscoprire se stessi attraverso gli occhi degli altri... ecco questa è la risposta seria...» mi risponde, e io la invito con un gesto delle mani a continuare.
«Quella per niente seria è che Marianna soffre di disturbi post o pretraumatici da imminente uscita del cartaceo, perché Marianna pensava che scrivere un libro fosse la parte più grande del lavoro, o meglio scrivere un libro e poi revisionarlo che è la cosa che più odia fare al mondo, e quindi calcola che la cara Marianna (che al momento parla in terza persona, sempre per quella roba dei disturbi post o pretraumatici) dopo un anno e mezzo circa di lavoro, pensava di aver concluso, almeno con le cicatrici sia chiaro, che poi sta sempre lì con il computer in mano a scrivere!
Comunque la povera anima pensava di aver concluso, e invece no, non aveva capito una beneamata cippa! Perché si è resa conto che il lavoraccio arrivava dopo! Perché Marianna mica lo sapeva che se voleva fare la scrittrice doveva anche fare la manager di se stessa, la grafica, la pubblicitaria, l’esperta di marketing, la psicologa per controllare l’ansia da prestazione, l’organizzatrice di giveaway, blog tour, balle varie, tricche e ballacche, e viaggi organizzati per i pensionati a Medjugorje!
No, Marianna non aveva capito un cavolo e adesso tutti i giorni prega in aramaico di riuscire a fare tutto quello che deve fare, scrivere le tappe, comunicati stampa, presentazioni, interviste e ogni volta che riceve una mail dalla casa editrice va giù di gocce di Lexotan!
Quindi: perché leggere il libro?
Perché Marianna è esaurita e ha bisogno delle royalties per andare in vacanza!»
Direi che più sincera di così si muore...

Le belle notizie non finiscono qui.
A fine blogtour, ci sarà un Giveaway dove è possibile vincere una copia cartacea del romanzo. Le regolinae per partecipare sono poche, semplicissime ma fondamentali...
- seguire tutte le tappe e commentare ogni post!
- seguire il profilo instagram dell'autrice
 #cheviavevodetto . 
Per facilitarvi il lavoro e non perdere tempo a farvi cercare i vari blog, vi lascio i link di tutti i blog partecipanti. Alcune tappe (ambientazione, personaggi e recensione) prevedono la partecipazione di più blog, quindi importante commentare tutti e non solo uno per provare a vincere.

17 Giugno - TRAMA

18 Giugno - CURIOSITA'

19 Giugno - PERSONAGGI

20 Giugno - AMBIENTAZIONE
Salerno - Libri e Librai

21 Giugno - INTERVISTA AUTRICE

22 Giugno - RECENSIONI

Come scritto prima, ho già letto il romanzo e mi è piaciuto tantissimo, quindi vi consiglio di acquistarlo anche se la fortuna non vi assiste...spero seguirete il Blogtour e vi auguro Buona fortuna e buona lettura.

3 commenti:

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