Buongiorno amici
della clessidra, come state? Maggio non è iniziato nei migliore dei modi ma....
Oggi vi parlo del
romanzo d’esordio del giovane autore Raffaele Brilli. RH+ Storia di un ragazzo
che vuole cambiare il mondo edito Bookabook.
Albert Dayton ha
una vita molto travagliata, un rapporto difficile con i genitori, il bullismo,
le delusioni sentimentali e fa uso di droghe che lo portano ad annegare
nell’abisso delle percezioni sensoriali non riuscendo più a distinguere cosa è
reale e cosa no. Albert si tormenta di domande a cui non sempre trova risposte.
Vuole salvare il mondo dal male perchè il suo unico desiderio è quello che
nessuna persona debba soffrire e questo è possibile grazie all’amore.
"Io la mia scelta l’ho già compiuta. L’ho compiuta da tempo immemore, da quando ancora la mia mente era pura e innocente, come solo quella di un bambino può essere. Io sono colui che salverà il mondo. È questo quello che ho scelto. E niente e nessuno mi farà cambiare idea.”
Ho trovato il
romanzo molto originale anche se inizialmente ho fatto fatica a calarmi nella
parte. Una piacevolissima lettura non banale e molto profonda. Capitoli brevi
ma intensi. Mi ha colpito soprattutto il primo, l’autore è riuscito con
semplici espressioni a spiegare (chissà però se è realmente così) la nascita
dal punto di vista del feto. L’amore per la donna che sfida la natura per
mettere al mondo un pezzo di se.
“Non so perchè ma tutto va per il verso giusto. Io so che lei è con me. Lo è sempre stata. Ogni volta che dall’interno riemerge il dolore, lei è lì per sedarlo. Tutto è così opaco tranne la sua figura. È talmente bella che non posso avere paura.”
Il finale l’ho
trovato atroce, mi ha lasciato un vuoto dentro che non riesco a spiegarvi, e
quella parola che non sto qui a scrivermi a segnare la fine del romanzo è
qualcosa di...di non so come dire. Strano che io rimanga senza parole o non
riesca a esprimermi. Mi starò rimpampendo o Raffaele Brilli è stato bravo da
togliermi la parola per le forti emozioni?
Il personaggio
principale è Alber. Questo ragazzo tormentato, ben descritto che sembra di
conoscere meglio di noi stessi per come l’autore ci ha accompagnato nella sua
crescita, dal primo vagito alla fine della sua “salvezza”. Ho affrontato con
lui i problemi, deviato ostacoli, mi sono scottata, ho pianto, ho riso, ho
provato compassione per lui. L’unica nota negativa che faccio a Brilli è quella
di aver corso forse troppo nel farlo crescere o meglio dire è stato frettoloso
e delle volte superficiale nello sviluppo di Albert senza avvisare o comunque
far capire il tempo passato al lettore. Ogni tato dovevo tornare indietro a
rileggere perchè magari in un capitolo era ancora bambino, in quello dopo già
adolescente.
All’interno del
romanzo si trovano discorsi e riflessioni profondi che invitano il lettore a
riflettere sulla vita e su se stessi, ogni tanto questi pensieri erano fatti da
Albert piccino e quindi trovavo assurdo ma non impossibile di come un bimbo di
sei anni potesse arrivare a porsi domande del genere.
“ «Tu credi in Dio?»
[...]«No, non credo nel Dio di cui parlano in chiesa. È assurdo, tutti lo nominano ma nessuno lo ha mai visto. Come posson aver fiducia nell’esistenza di un qualcosa che loro stessi dicono sia impossibile da vedere? Non ci credo perchè se non me ne avessero parlato, io mai avrei potuto immaginare che ci potesse essere.»
L’autore oltre a
raccontare una storia “nuova”, affronta argomenti importanti e delicati della
vita reale: il rapporto difficile con i genitori, l’uso di sostanze
stupefacenti, il bullismo per essere o pensarla diversamente dal branco, la
perdita di un amico, la solitudine, l’amore. Insomma argomenti che in un
romanzo del genere diventano fondamentali nel capire certe scelte o punti di
vista del protagonista.
“ amore” ma cosa vuol dire esattamente? È un termine troppo vago. Io amo i videogiochi, la scienza e la tecnologia. Non potrei farne a meno, eppure mai nessuno mi ha mai detto che io “amo” queste entità. Al massimo mi è stato detto “che ci sono fissato” .essere fissato vuol dire “amare”? allora perchè nessuno li usa come sinonimi nella lingua quotidiana?
La lettura è
scorrevole, piacevole, coinvolgente, leggera. Il romanzo è raccontato in prima
persona ed è una cosa che io personalmente preferisco perchè mi riesce più
facile creare il giusto feeling con i personaggi.
Un romanzo che mi
ha sorpreso e incuriosito.
Se avete voglia di una lettura diversa, originale e coinvolgente questo è il romanzo giusto. Consigliatissimo.
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