Martedì piovoso amici lettori...come state? Che avete fatto o meglio letto in questi giorni di festa? Io ho ultimato la lettura di Amico, Nemico, un breve romanzo di Simone Censi.
Non so dirvi se l'autore ha scritto questo libro dopo aver intervistato i protagonisti ma ha inventato sul momento basandosi su qualcosa di vero prendendo spunto dalle deposizioni raccolte dalla Commissione d’inchiesta sugli abusi su minori istituita dal governo irlandese nel maggio del 2000. Per quanto mi riguarda, la trama può essere benissimo basata su una storia vera.
Due ragazzini molto simili tra loro, stringono amicizia all'interno di un istituto industriale irlandese, una scuola con circa 800 bambini mal nutriti, mal vestiti, struttura d'ispirazione cattolica che accoglie orfani o ragazzi provenienti da famiglie disagiate.
Non sempre erano i bimbi più piccoli a frignare. Sotto le coperte tirate fin sopra la testa, tutti tornavamo piccoli e impauriti.
Dovevamo vestire tutti con la stessa divisa, come tanti piccoli soldatini, camminare senza correre, mantenere un tono adeguato di voce, nessuno doveva distinguersi o spiccare in qualche modo. Il volersi distinguere era indice di chi aveva potenzialmente la volontà di creare problemi e quindi si veniva colpiti così, anche senza motivo.
Coloro che dovrebbero però garantire salute, protezione e istruzione, fanno abuso di potere, così questi ragazzini si ritrovano maltrattati, umiliati, scandalizzati da qualcosa che pur volendo non riescono a sconfiggere. Passano gli anni e i due ragazzi si perdono di vista, per pi ritrovarsi adulti, in qualità di insegnanti ma completamente diversi da come si ricordavano.
Poche pagine che racchiudono orrore "vero", qualcosa che spesso non crediamo possa succedere eppure c'è e fa parte di questa vita, passata e presente. Un orrore che veniva taciuto e purtroppo anche oggi non sempre esce allo scoperto.
Quando uscii dall’istituto, oramai avviato verso la carriera da insegnante, mandai una lettera anonima al Ministero della Pubblica Istruzione. Era il 1946 e in quella missiva, che avevo alla fine mandato dopo tanti turbamenti interiori che mi torturavano giorno dopo giorno, denunciavo i maltrattamenti che avevo subito dal Professor Walsh. [...]
Nessuna azione fu intrapresa in merito.
Il libro è scritto in prima persona e la voce narrante è proprio "il ragazzino senza nome" amico di Johnny con cui condivide fame, punizioni, umiliazioni e soprusi.
La lettura è scorrevole e coinvolgente, non sono riuscita a staccarmi dal romanzo senza essere arrivata all'ultima pagine tanto era la mia curiosità a scoprire il finale e sperare in qualche lieto fine che devo confessarvi mi ha strappato un sorriso.
I personaggi principali sono due, descritti benissimo soprattutto psicologicamente. Le loro paure sono state le mie. I personaggi secondari, rappresentati dai professori, fanno da contorno ma ricoprono un ruolo fondamentale nel racconto. In particolare il prof. Murphy che segnerà fisicamente e psicologicamente John, uno dei ragazzini e questo farà si che da amico, diventerà nemico del ragazzo senza nome.
La sorpresa fu grande per entrambi, ma dalla sua reazione capii che era di natura diversa. Io gli feci un gran sorriso sperando che nonostante il tempo passato fosse ancora in grado di riconoscermi. Lui mi riconobbe, ne sono più che certo, ma la reazione non fu certo di sorpresa o felicità.
Un libro breve ma intenso. Simone Censi è riuscito a mettere nero su bianco argomenti molto drammatici ma raccontati in modo delicato.
Una lettura piacevole che consiglio senza se e senza ma...ho valutato tre stelle perchè avrei preferito leggere qualche approfondimento in più a partire dal nome della voce narrante. Un libro che non lascia indifferente. Ringrazio pubblicamente l'autore Simone Censi per avermi inviato una copia del suo libro e avermi dato la possibilità di recensirlo.
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