"Leggendo le storie, le rendi vive, e le cose che vi accadono accadranno anche a te."
Magari fosse vero!
Buon giovedì amici della clessidra, oggi vi parlo di un romanzo letto in tempo record: La piccola biblioteca con le ali di David Whitehouse edito Sperling&Kupfer, in libreria da marzo 2016.
Bobby è un ragazzino di dodici anni, passa il tempo a nascondersi dai bulli della scuola e anche dal padre e dalla sua nuova fidanzata. Non ha molti libri in casa perchè il suo papà li ha nascosti in soffitta e da quando la sua mamma è scomparsa passa il tempo ad archiviare tracce che trova in giro nella speranza che un giorno lei possa ritornare e non perdersi nulla del tempo perso con il figlio. Un giorno, Bobby incontra Rosa, una ragazzina sola, "diversa", e collezionista come Lui che vive con la madre Val che fa le pulizie in una biblioteca ambulante: il Bibliobus.
Il bibliobus, quella specie di biblioteca ambulante, era stato ricavato dal rimorchio di un autoarticolato, di quelli che ti facevano solleticare le gengive e tremare i denti quando sfrecciavano sulla superstrada. Di un iniziale color verde pisello, era così lungo che Val riusciva a malapena a vederne la coda nello specchietto laterale, giusto i lembi arrugginiti della sua livrea.
Da quando la sua mamma è scomparsa e quindi non gli racconta più le favole, Bobby non crede che le cose che succedono nei libri possano capitare anche nella vita fino a quando, grazie a Rosa e Val che gli fanno trascorrere un'estate indimenticabile, Bobby riscopre la magia dei romanzi e le avventure che puo vivere. Finita l'estate però, Bobby si ritrova nei guai col padre e Val rischia di predere il lavoro, così in un momento di pazzia e leggerezza decidono di fuggire a bordo del Bibliobus. Riusciranno i nostri protagonisti a ritrovare la serenità e vivere una vita migliore?
«In ogni libro c’è un riferimento alla vita reale», disse Val. «È questo l’elemento comune a tutte le storie. Leggendole le rendi vive, e le cose che accadono lì dentro accadranno anche a te.»
«Le cose che succedono nei libri non possono succedermi davvero, figuriamoci», replicò Bobby.
«È qui che sbagli. Il fatto è che ancora non sai riconoscerle.»
Spinta dalla bellezza della copertina, dal titolo e anche dalla sinossi mi sono buttata a capofitta nella lettura: DELUSIONE!
La trama per nulla coinvolgente e i capitoli troppo lunghi. Dopo le prime pagine non avevo più voglia di andare oltre, ma siccome non è da me mollare una lettura ho deciso di proseguire con la speranza di un miglioramente che però, ahimè non è arrivato. All'interno ci sono temi importanti e delicati come il bullismo, l'assenza di un genitore e la violenza, l'amicizia e persino l'amore, che però secondo me l'autore non ha sviluppato bene. Alcuni passaggi li ho trovati addirittura confusionari.
I personaggi son ben descritti anche se alcuni sembrano proprio fuori dagli schemi. Quale mamma pensa di fuggire a bordo di un enorme mezzo pesantissimo che non riesce quasi nemmeno a guidare prendendosi la responsabilità di un figlio non suo? Il messaggio "fiabesco" di risolvere il quel modo i problemi non mi è paciuto. La vita reale è ben altro.
Mi ha commosso invece la sensibilità di Bobby sia verso Rosa, la bambina "diversa" che verso Val, ed è proprio grazie a loro che il ragazzo si sente nuovamente parte integrante di una famiglia vera.
Uno degli argomenti esposti in mal modo secondo me è quello dell'amicizia. Bobby è vittima di bullismo e quando entra in scena Sunny sembra quasi tutto risolversi. Bello direte. No, l'amicizia è bella ma i passaggi per raccontare la protezione dell'amico Sunny verso Bobby li ho trovati per nulla istruttivi. I libri vengono letti anche da ragazzini e non tutti hanno la saggezza o la capacità di capire che buttarsi da tre medi di altezza non è corretto. Spero di rendere l'idea.
Per un attimo lui parve miracolosamente privo di peso e si staccò dal ponteggio librandosi nell’aria in un silenzio quasi totale, rotto solo dal canto derisorio degli uccelli alla vista di un ragazzino che imitava il loro volo. E poi, a testa in giù, precipitò dicendo: «Ti proteggerò io, Bobby Nusku».
Altra esagerazione è l'ambientazione o meglio il mezzo usato per "l'avventura". può un mostro della strada passare inosservato se guidato da una donna mingherlina anche se ridipinto? Perchè non scegliere un camper o un mini autobus? Particolari insignificanti che però fanno la differenza ai lettori attenti.
La lettura come detto prima mi ha deluso e l'ho trovata noisa. Lo stile dell'autore non mi ha coinvolto e poi perchè la scelta di iniziare un libro con un capitolo dal titolo "FINE"? Se nella sinossi non cè traccia di finale perchè rovinare la lettura al lettore con anticipazioni?
Mi sento quasi in colpa con tutte ste critiche e mille domande senza una risposta vera.
Ho fatto diverse ricerche in rete e ho trovato varie cover per il titolo originale del romanzo e devo dirvi che questa riadattata "nun c'azzecca nulla" a parte i libri. Delle tre che ho trovato, se non erro quella originale è la prima che ho postato. Pensate che io, a inizio libro credevo che queste scarpette rosse appartenessero alla preside della scuola di Bobby che ha preso a cuore la storia del ragazzo. Il titolo poi: La piccola biblioteca con le ali contro Mobile Library, ovviamente quello originale è più adatto e poi se proprio devo dirla tutta l'aggettivo piccolo, riferito a cosa, se nel libro si legge più volte che Val alla guida non riesce a vedere la fine del mezzo?
La lettura non è sempre così piatta, ogni tanto si legge qualche colpo di scena o la comparsa di un personaggio secondario ma nulla da rendere la trama più interessante.
Come avete capito, la lettura mi ha deluso. Non mi sono sentita coinvolta e non ho trovato il giusto feeling con i personaggi. Peccato, avevo grandi aspettative, soprattutto dopo aver letto recensioni positive in rete!
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