25 luglio 2018

Recensione#49 Il senso della colpa - Daniel Di Benedetto

Buongiorno Readers e buon Mercoledi...oggi vi voglio parlare di un nuovo autore conosciuto e del suo ultimo libro che ho apprezzato molto.
Il breve romanzo, solo 195 pagine, di cui vi parlo oggi è Il senso della colpa di Daniel di Benedetto, pubblicato il 10 maggio dalla DZ edizioni. Un romanzo dal genere misto, narrativa con delle venature noir, ricco di sentimenti che non lasciano per nulla indifferenti e il prologo trasmette quella voglia di immergersi anima e corpo nella lettura.
«Motel Caprice de Dieux, buongiorno.»
«Chiami un’ambulanza subito, c’è un cadavere nel suo motel.»
«Ma… pronto? Pronto? Che dice? Chi è lei?»
«Chi sono io non è importante. Faccia come le ho detto. Stanza dodici.»
«Pronto? Chi è che parla? Non è possibile, la stanza dodici è occupata, non può…»
«Vada a controllare lei stesso, se preferisce. La saluto.»
«Aspetti, non riattacchi! Chi parla? Per l’amor di Dio, risponda! Pronto? Pronto?!»
Il maresciallo Giuseppe Occhipinti, della caserma dei carabinieri di Torino, viene chiamato per presentarsi al Motel Caprice de Dieux, alla periferia della città, perchè alla stanza 12 è stato ritrovato il corpo nudo di una giovane ragazza avvolto in un lenzuolo. La giovane diciannovenne è Anna.
«Maresciallo, dovrebbe venire subito.» [...]
«Hanno trovato un corpo avvolto nel lenzuolo. È una ragazza.»«Chiamate Ferro allora, che c’entro io?»
«Ferro è già qui, maresciallo. Mi ha detto lui di chiamarla. La ragazza… insomma, lei la conosceva bene, ecco.»
«Che cazzo stai cercando di dirmi? Chi è la ragazza?»
«Ho il suo documento davanti, aspetti… ecco qui. Savoca. Anna Savoca, nata a Torino il…»
Lui che ha cercato in tutti i modi di proteggerla, amarla, crescerla, darle l’affetto che i suoi genitori le negavano per i troppi impegni. Lui,  innamorato incosciamente di Anna ma che non poteva assolutamente corrispondere per la troppa differenza di età e la divisa che indossa ogni giorno.
Il maresciallo, anche se coinvolto emotivamente in prima persona, e quindi potrebbe non agire lucidamente, allo volgersi delle indagini, sa di dover mettersi a lavoro e trovare un colpevole.
Cosa è successo quella notte ad Anna?
Perchè la sua Anna si trova in un mondo non suo?
Chi è il colpevole e perchè è arrivato a tanto?
E soprattutto, perchè Lui non è riuscita a proteggerla come ha sempre detto?
Lo troverò, Anna. Troverò chi ti ha presa e abbandonata così, in una stanza d’albergo di pessimo gusto. Non dovevi essere qui; avrei dovuto saperti proteggere e non ci sono riuscito. Gliele faccio ingoiare, quelle mutandine macchiate, a quel figlio di troia. Lo voglio vedere strisciare. Implorare un perdono che non deve avere per alcun motivo, e grondare sangue. Soltanto allora, forse, riuscirò a guardarmi di nuovo allo specchio. Sento che la colpa di tutto questo, in fondo, è anche un po’ mia, della mia assenza. Del mio egoismo. E fino a quando non sarò sicuro di averti dato giustizia, non saprò come perdonarmelo. Lo troverò, Anna. Te lo prometto.
Il romanzo come potetete leggere ha tutte le caratteristiche per entrare nelle grazie del genere noir, ma dopo questa macraba scena, rappresentata fedelmente nella copertina del libro, che ho amato troppo, l’autore lo arricchisci con i sentimenti profondi e reali dei protagonisti.
Il tutto si svoge in pochi, brevissimi giorni e le scene sono logiche e lineare, con un susseguirsi di fatti coerenti ed equilibrati,  arricchite da diversi Flashback che fanno apprezzare ancora di più il romanzo e comprendere lo stato d’animo dei personaggi, soprattutto quello di Giuseppe.
Il protagonista in assoluto è il Maresciallo, la sua figura, i suoi pensieri e sentimenti emergono più di tutti gli altri; anche la povera Anna ricopre un ruolo importante ma solo per arricchire e colorare la vita di Giuseppe. I personaggi secondari,  fanno semplicemente da contorno ma  riescono a far arrivare al lettore le loro paure. Pochi personaggi ma ben definiti e ognuno con una propria caratteristica.
Il romanzo è ambientato a Torino, non la città che potremmo usare come meta per le nostre vacanze, una Torino quasi sconosciuta, così come Anna lo era diventata quasi per Giuseppe...la Torino quella brutta, negativa, fatta di droghe, giri loschi e motel appartati e silenziosi. Le descrizioni sono dettagliate, un bravo scrittore si vede anche in questi piccoli particolari.
Il libro è scritto in prima persona, sono i personaggi stessi a raccontare, a portare alla luce ricordi, pensieri e sentimenti delle volte anche non piacevoli. Ho apprezzato molto queste voci narrante, così diversamente uguali nel loro piccolo.
Lo scrittore, ha mostrato le scene dai vari punti di vista, un ottimo modo per coinvolgere maggiormente il lettore e immergersi nella lettura a tutto tondo.
Lo stile dell’autore mi piace molto, sa narrare, non è ripetitivo e nemmeno confusionario. L’ho trovato innovativo, molto scorrevole e semplice da comprendere. Mi ha coinvolto tantissimo, mi sono ritrovata a piangere, soprattutto quando Giuseppe, prendendo carta e penna, ha scritto una lettera alla sua Anna ormai divenuta un angelo per chiederle aiuto a darle giustizia e a mandargli dei segnali per trovare il colpevole. Il finale della lettera è straziante. Mai nessuno dovrebbe provare qualcosa del genere.
Ti abbraccio, sorridendo con la morte nel cuore.
L’amicizia vera e pura, nata tra Anna ancora adolescente e Giuseppe non ancora marecsiallo, non mi ha lasciato indifferente. I ricordi di una bella amicizia raccontata da Giuseppe, un'amicizia finita troppo presto, un sentimento che poteva rafforzarsi fino a trasformarsi in amore alla luce del sole.
Il tema della morte, presente in primo piano fa riflettere molto. Tutti nella nostra vita abbiamo fatto i conti con la perdita di una persona cara e qui il Maresciallo trasmette benissimo i suoi pensieri, il suo senso di colpa per non  essere riuscito a proteggere Anna, per il senso di impotenza che si impossessa di lui pur essendo egli stesso colui che deve dare giustizia a quella ragazza.
La sensazione di impotenza che provo sempre, in momenti come questo, non mi può essere d’aiuto in alcun modo. Davanti alla morte ci si sente stupidi. Impreparati. Anche dopo tanti anni di servizio, l’abitudine ad avere a che fare con un cadavere è un passo che non ho ancora compiuto. E credo non riuscirò davvero a compierlo mai.
Il finale non scontato, crudele e ingiusto ma tanto reale, purtroppo, mi ha lasciato addosso tanta rabbia.
Ho conosciuto Daniel Di Benedetto grazie a questo romanzo, è stato lui stato a richiedermi una recensione; lo ringrazio per la copia gratuita e soprattutto per avermi dato questa possibilità.
Il libro merita di essere letto, lo consiglio anche a chi non ama il genere. Sono sicura che non vi lascerà indifferente e arriverà diritto al vostro cuore, esattamente come è successo a me.
Il gioco ha regole ferree e spietate. Chi sbaglia paga le conseguenze fino in fondo. Sempre. Presto o tardi i debiti si devono pagare e chi riscuote non lascia tracce.
⌛⌛⌛⌛⌛ 
Strepitoso
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Conoscete questo autore? Avete letto altri suoi libri? Io come scritto prima l'ho "scoperto" solo qualche giorno fa e credo proprio che andrò a leggere altre sue opere, in rete ne parlano benissimo e io ne ho avuto la conferma.
Buona Lettura, Ale!

4 commenti:

  1. Ciao cara ho il piacere di seguire il tuo Blog perchè molto bello! Ti va di ricambiare l'iscrizione? io sono qui ti aspetto con piacere http://casaninnamamma.blogspot.it

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    1. Grazie per essere passata e iscritta. Io ti seguivo gia. Un bacio

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  2. Non conosco l'autore ma grazie a te leggerò il suo libro!
    Un abbraccio.

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    1. Grazie anche a te, Francesca...è veramente un bel libro, vale la pena leggerlo. Un bacio

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