25 luglio 2019

Recensione#126 In viaggio con Benjamin - Martin Vopenka

E' possibile trovare un significato profondo alla vita? E' possibile sentirsi felici come se avessimo toccato qualcosa di meraviglioso? 

Domande e riflessioni profonde e importanti, accompagnano David e il figlio di otto anni, Benjamin,  durante il viaggio verso la Sperdutezza che va da Vienna alla Romania passando per la Grecia e Corfù.

Ma cosa è la Sperdutezza? Non un semplice viaggio verso mete sperdute o sconosciute, ma un viaggio per perdere se stessi, liberarsi da paure e allontanarsi dalla realtà che pesa come un macigno.

In viaggio con Benjiamin verso la sperdutezza è un romanzo di Martin Vopenka fatto conoscere in Italia nel 2017 grazie alla Casa Editrice Bonfirraro e la traduzione di Stefano Baldussi, pubblicato per la prima volta in lingua originale trent'anni fa a Praga.

I protagonisti principali sono Benjiamin e suo padre David - voce narrante del libro - che dopo essersi trovati senza la figura femminile importante, venuta a mancare a causa di un incidente, intraprendono un viaggio folle, senza meta. Un viaggio fatto non solo di avventura, scoperte e pericolo, ma ricco di riflessioni e conoscenza del loro io interiore. David sa bene che questo viaggio serve più a lui che al figlio e riconoscere a differenza di Ben che la sperdutezza non è solo fisica.

Ho provato una grande tenerezza per Ben, questo bambino di otto anni che solo dopo pochi giorni dalla morte della madre, viene trascinato da David, padre irresponsabile(?) lontano dalla sua sicurezza e stabilità. Io, personalmente ho avuto l'impressione che il ruolo di padre a David non gli si addice per nulla...solo lui aveva bisogno di sentirsi meno stronzo per il sollievo che prova alla morte della moglie anche se non è il colpevole, quindi ha deciso di fuggire via dalle sue responsabilità e da un mondo che gli stava stretto da un pezzo. 
Ho odiato questo personaggio (David), i suoi bisogni primari e soprattutto i suoi impulsi sessuali, delle volte è come se tutto potesse risolversi con una scopata.
Non mi è piaciuto nemmeno la scarsa importanza data alla figura femminile, vista solo come un oggetto o qualcosa di inadeguato.
Ho trovato David anche molto egoista...perché ha voluto tagliare i ponti con tutti e non ha permesso nemmeno ai nonni di avere contatti con il nipotino?
Chi sono io? Mi chiesi. Un esemplare padre amorevole oppure un pazzo scavezzacollo, ricercato come rapitore e che si era inventato un viaggio verso la sperdutezza perché non aveva niente di meglio da offrire al proprio figlio?
Inizialmente, nei primi capitoli, mentre leggevo ho avuto l'impressione come scritto prima della scarsa capacità di David di fare il padre, come se avesse paura a donare amore a suo figlio, poi andando avanti con il viaggio il legame padre-figlio che si rafforza mi ha commosso parecchio. Soprattutto bellissima la lettera che Ben , ormai adulto, scrive al padre.
Ho letto il romanzo con interesse, non vedevo l'ora di scoprire la tappa successiva e sapere a cosa andavano in conto. Un solo unico colpo di scena in 350 pagine,che ho apprezzato molto perché a lungo andare stava diventando monotono anche se la difficoltà di lettura, o forse è solo suspance, aumenta con l'avanzare del viaggio.

Il libro è diviso in sette capitoli, a sua volta suddivisi in sottocapitoli più o meno brevi. Ho apprezzato il racconto in prima persona ma non mi sono piaciuti i titoli dei capitoli, sia perché scritti in terza persona sia perché spiegano, anticipano cosa si va a leggere.
La lettura è scorrevole, coinvolgente. I protagonisti ben inquadrati. I temi affrontati (lutto, abbandono, bullismo, legami...) intensi, delicati e reali.
Io ho vissuto. Chi può dire lo stesso per sé?
Ma secondo voi, un viaggio verso la sperdutezza è qualcosa di fattibile? di positivo? interessante? Voi avreste il coraggio di partire così senza una meta?
Io no, o meglio non in terre così lontane e senza un minimo di organizzazione. L'idea mi ha sempre affascinata ma sono fifona per lasciarmi andare.
Bello ma...impegnativo! Speravo in qualcosa di più avventuroso, coinvolgente. Un romanzo che comunque consiglio. Ringrazio pubblicamente la CE Bonfirraro per la copia.

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