15 luglio 2019

Recensione#121 Arsenico e dolci vecchietti - Rossella Calabrò

Ciao a tutti, come state? una nuova settimana è arrivata, bella ventilata tra l'altro e io ho già iniziato il conto alla rovescia per andare in vacanza...la mia amata Sicilia mi aspetta.
Oggi vi parlo di una breve lettura, solo 180 pagine, che mi ha tenuto compagnia intanto che la suocera mi "sfamava" con le sue prelibatezze. Arsenico e dolci vecchietti di Rossella Calabrò, edito Emma Books, in tutte le librerie digitali da Maggio 2019.

Marina, Fiamma e Ester sono amiche dai tempi del liceo, belle, glamour, ironiche ed eleganti e soprattutto non più giovanissime. Le donne si incontrano sempre nel giardino del Bersò, un locale milanese alla moda, dove si raccontano le proprie sventure, causate a parte dai comuni problemi quotidiani, dai loro genitori molto anziani: tre vecchietti satanici, temerari e vedovi, che vivono soli e si cacciano di continuo nei guai, peggio dei bambini. Ingestibili, ingovernabili, capricciosissimi, i tre sembrano fermamente determinati a trascinare le figlie nella fossa ben prima di loro. Un giorno, a causa di un malinteso, decidono di noleggiare un furgone dalla carrozzeria zebrata e compiere un misterioso quanto stralunato viaggio in Svizzera accompagnati da una playlist anni Sessanta e Settanta.
«Il mio elettrauto ha un furgone e ce lo noleggerebbe, in via amichevole. Zero scartoffie da compilare. Nove posti. Sedili comodi. Volkswagen. Perfettamente funzionante. Unico neo: è un po’ estroso a vedersi, ecco.»
«Definisca estroso, Perfy» dice Ipocondrio.
«Ehm. I figli dell’elettrauto, che sono un po’ dei writers, siccome il furgone aveva la carrozzeria graffiata, l’hanno ritoccato un tantinello con le vernici spray. Adesso, ehm, è...»
«È?»
«...completamente zebrato. Ecco, l’ho detto.»
«Zebrato? Cioè, vuole dirci che è tutto a righe bianche e nere?» domanda Ipo.
«O nere e bianche, come si preferisce. Ma sono righe belle, sa, come il manto delle zebre. Ha anche delle deliziose ciglia lunghe e nere, di gomma, incollate sui fari anteriori.»
Un romanzo tanto umoristico quanto vero. Una storia allegra tanto quanto triste, perchè, parliamoci chiaro amici lettori, un viaggio strampalato può farci scappare un sorriso ma se andiamo a fondo alla cosa, ci fa riflettere su un tema delicato e attuale. Il rapporto genitori e figli non è semplice, soprattutto con l'avanzare degli anni quando i nostri amati genitori ritornano bambini e noi non abbiamo la pazienza, dimenticandocene, che hanno avuto loro con noi. Possiamo amarli incondizionatamente, ma un vecchio proverbio che la mia nonnina mi ripeteva sempre calza a pennello.
'Na mamma campa cientu figli e cientu figli nun campano 'na mamma
Una mamma cresce cento figli mentre cento figli non sanno dar sostegno a una mamma sola.

La scrittura della Calabrò è scorrevole, intelligente e molto brillante. E' il suo primo libro che leggo e devo dire che il suo stile mi piace molto. Lettura non tanto coinvolgente per me ma comunque interessante e divertente. Ho trascorso piacevoli ore a sorridere.
I personaggi sono ben descritti, inquadrati perfettamente in tutti i loro aspetti. Mi sono piaciuti tutti, soprattutto i vecchietti. Ipocondrio perché è un malato il più delle volte immaginario, Perfidia perché è il cinismo fatto vecchietta, Chanel perché è, nonostante l’età, tremendamente à la page. Frizzanti, allegri, oserei dire addirittura moderni e coraggiosi., insomma quei vecchietti che fanno tanto ridere e suscitano tenerezza fino a quando appartengono a qualcun altro.
Rosa. È tutto rosa, questo appartamento, pensa Perfidia. Rosa fragola, rosa cipria, rosa confetto, rosa pallido, rosa pastello, rosa shocking, rosa salmone. “Gradite del salmone” ci chiede Chanel. Gradiamo.
Casa mia invece è tutta bianca con le tende azzurre, così non devo stare troppo a pensare all’abbinamento dei colori. Marina dice che sembra il reparto surgelati del Carrefour. Mia figlia. Mia figlia, che sta progettando di uccidermi. Mia figlia, così dolce, al limite dell’essere cogliona, che mi vuole morta.
Sta stronza, che salva i mobili dalla discarica, e poi tenta di rottamare me. Non riesco a crederci.
Il finale è veramente delizioso, un tantino irreale per i miei gusti ma carino e pieno di positività. Mi ha sorpreso, non lo nego!
Ho stra-amato i titoli dei capitoli, tutti molto originali e azzeccatissimi.
La cover è ciò che mi ha spinto a leggere il romanzo. Colorata, allegra, sbarazzina e anche romantica...le luci del paesino sullo sfondo hanno un qualcosa di magico.

Una storia divertente e toccante allo stesso tempo. Un romanzo fatto di amore e amicizia, paura e stanchezza. Un romanzo inventato ma maledettamente vicino alla realtà.
Non è tanto con la sintonia, la fiducia, la sincerità, la disponibilità, la lealtà. È con le risate sgangherate che si diventa amici.

Una lettura da portare sotto l'ombrellone. Bello ma...non mi ha dato emozioni! Ho sorriso, ho riflettuto, ho provato tenerezza. Lo consiglio, senza dubbio!

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