Tra il 1996 e il 1997 in Albania la dittatura si impone sulla vita politica, sociale e culturale del paese. Qualsiasi cosa viene vietata come ad esempio parlare una lingua straniera, spostarsi all’estero o addirittura pregare il proprio Dio. L’unica soluzione per evitare la violenza o peggio morte certa è quella di fuggire.
In quei momenti era così forte il battito dei nostri cuori che si sentiva insieme al rumore delle onde.
Shefit Troka nel suo libro ci racconta come le poche miglia di mare che separano L’Albania – la sua terra – dalla Puglia, sono diventate in quel periodo il tratto più trafficato del mondo.
In Fuori dal nido dell’aquila, l’autore ci accompagna in un viaggio fatto di violenza e sofferenza, dove le parole da sempre negative per noi - barconi, fuga e clandestini – si plasmano in qualcosa di diverso, sofferente e riflessivo.
Un romanzo interessante e profondo, composto da un prologo di poche pagine (dove l’autore parla della situazione sociale di quegli anni in Albania) e due storie.
La prima – La cameretta di Mary – racconto breve e reale, dal finale duro e sconvolgente, tanto da lasciarmi a bocca aperta e con mille domande senza risposte; il secondo racconto invece – Di là ci sarà una vita migliore – dove vede protagonista lo stesso scrittore, più lungo e significativo, raccontato sotto forma di un lungo monologo che il giovane rivolge a due italiani desiderosi di conoscere la sua storia.
Delle lacrime di Mary resterà scritto, nei nostri ricordi, che la vita è come una stella cadente che brilla una sola volta. Ci lascia a bocca aperta poiché porta via con sé le risposte a tutti i perché.
Il protagonista, un giovane ragazzo albanese, racconta il suo non facile viaggio verso l’Italia, un viaggio spesso fatto di violenze, paure e difficoltà. Un viaggio ricco di emozioni vere e contrastanti che permette al protagonista di ottenere la tanto sognata libertà…la sua rinascita!
La lettura è semplice e scorrevole, il libro è breve e io personalmente l’ho letto in meno di due ore. Un libro che mi ha fatto riflettere e vergognare per tutte le volte che mi sono permessa di “partorire” giudizi negativi verso clandestini che fuggivano dall’orrore in cerca di pace, per tutte quelle volte che ho sputato sentenze senza sapere la giusta versione dei fatti.
Dopo essere stati picchiati per molte volte dai poliziotti, riuscimmo a salire su una nave. Fu così che, finalmente , fui fuori dal nido dell’aquila.
Un libro dal tema attuale e delicato, un romanzo da leggere assolutamente e far conoscere soprattutto agli studenti per aiutarli a riflettere sulle difficoltà della quotidianità.
SHEFIT TROKA | Autore
Shefit Troka nasce a Fier, in Albania, il 25 giugno 1968. Per motivi di lavoro nel 1992 attraversa l’Adriatico su una zattera di migranti e giunge in Abruzzo.
Si stabilisce a Guardiagrele, in provincia di Chieti. Da ventidue anni lavora in un’azienda metalmeccanica della zona. Pur essendo appassionato di fisica quantistica, ha sempre avuto il desiderio di scrivere. Fuori dal nido dell’aquila è il suo esordio come scrittore.
Si stabilisce a Guardiagrele, in provincia di Chieti. Da ventidue anni lavora in un’azienda metalmeccanica della zona. Pur essendo appassionato di fisica quantistica, ha sempre avuto il desiderio di scrivere. Fuori dal nido dell’aquila è il suo esordio come scrittore.
Grazie per questa bella segnalazione. Buona serata.
RispondiEliminasinforosa