18 gennaio 2019

Recensione#80 La libreria delle storie sospese - Cristina Di Canio

Buon pomeriggio lettori, questa mattina ho terminato la lettura del quinto libro del mese, quindi posso dire di essere soddisfatta di me. 
La libreria delle storie sospese di Cristina Di Canio, pubblicato nel Maggio 2016 dalla CE Rizzoli. Ho letto paperi contrastanti in rete e così vi dico la mia.

Adele è la voce narrante del romanzo, una signora, ormai sola e avanti con l'eta che tutti i giorni, dopo il piccolo incidente avuto davanti la libreria, fa visita a Nina, la giovane libraia, e osserva, sprofondata sulla sua poltrona,  il via vai che affolla quel luogo magico dalle pareti lilla. 
Questo angolo di città che un tempo mi era sembrato così distante, freddo e spaventosamente nuovo, chissà in quale preciso momento è diventato casa mia. Adesso che Domenico non c’è più e che il tempo a mia disposizione è quasi esaurito, mi sembra impossibile anche solo immaginare di vivere altrove.
Adele racconta, ricordando il suo felice passato, le strane avventure di alcuni personaggi di passaggio e soprattutto di come il locale si è riempito di persone dopo che un cliente ha avuto la brillante idea di lasciare un libro sospeso, un pò come si fa a Napoli con i caffe, all'avventore successivo. 
Un regalo da un lettore sconosciuto a un altro lettore sconosciuto. Ti ho donato David Golder perché si tratta di una delle storie che mi ha lasciato di più. Vorrei che la sete di denaro venisse sostituita dalla sete di libri, di parole, di storie. Utopia? Forse... Spero ti piaccia, buona lettura.
Leggendo la sinossi mi aspettavo grandi cose, tante emozioni e sogni realizzabili, invece nonostante la lettura piacevole ne sono rimasta delusa. La trama prometteva bene ma secondo me non è stata strutturata adeguatamente. Inizialmente, leggendo, credevo di andare in contro, lentamente, ad una bella storia d'amore poi invece alla fine si è rilevato, velocemente, tutt'altro.
Ho usato i termini lentamente e velocemente perchè ho avuto l'impressione che gli eventi fino a metà libro circa si sono svolti con lentezza, poi, di colpo hanno ingranato la marcia e arrivata all'ultima pagina con un vuoto, come se avessi saltato, perso dei pezzi.
I personaggi principali sono due: Adele e Nina, il resto dei personaggi, pochi, fanno da contorno e non vengono descritti dettagliatamente come i primi due. 
Non so dirvi se il personaggio di Adele mi sia piaciuto o meno, delle volte ho fatto fatica a trovare il giusto feeling, non capivo come potesse spiare, curiosare o semplicemente stare seduta comodamente sulla sua poltrona senza essere mai considerata....e poi francamente, si può essere così "sfacciati" da andare a rompere le scatole tutti i giorni a qualcuno? Mi dava anche fastidio quando parlava della libreria come fosse sua. Ho apprezzato molto però il suo occhio clinico e la sua ironia...non potete immaginare le mie risate quando aveva voglia di insultare qualcuno e purtroppo non le era permesso. Nina invece, la giovane libraia disordinata che ha lasciato il posto fisso per dedicarsi alla sua passione, i libri, l'ho detestata. Ho fatto fatica a comprendere il suo umore altalenante, i suoi scatti poco garbati o la sua ingenuità difronte all'uomo sposato...una cosa però l'ho apprezzata: è stata coraggiosa a troncare con il suo ragazzo, ammettendo a se stessa di non amarlo più.
C’è un senso in ogni cosa che ci accade e puoi riuscire a capirlo solo se smetti di cercare colpe, colpevoli e vie di fuga e cominci ad affrontare di petto la vita.
Il romanzo è ambientato nelle quattro mura della piccola, accogliente e caotica libreria nascosta al confine tra la Milano delle boutique e i condomini affollati della periferia, insomma un magico luogo dalle pareti lilla, adatto a chi vuole davvero trovarlo. Curiosando in internet, ho scoperto che esiste veramente La scatola Lilla e la titolare è proprio l'autrice Cristina Di Canio...la prossima volta che vado a Milano ci farò sicuramente un salto.

Anche se come scritto prima ho trovato lo sviluppo della trama, "inadatta a me", ho amato lo stile di Cristina: leggero, frizzante, pulito e la lettura è scorrevolissima. Ogni capitolo inizia con una citazione spesso dedicata a Milano e cosa che ho amato sopra ogni cosa è l'inserimento di tantissimi titoli di libri da prendere come spunto per le prossime letture...li, ho capito quanto l'autrice ami il suo lavoro attuale.
C’è un momento in cui si chiudono le esperienze e ti lasciano perduta, senza più riferimenti, senza più identità. E quando te ne accorgi, quando non puoi più fingere che il tempo non sia esaurito, quando non puoi più evitare la fine, non resta che provare a trattenere i ricordi belli, solo quelli, e ad andare avanti con quello che resta, nonostante tutto.
Il finale mi ha deluso, sembra quasi scritto frettolosamente e i nuovi sogni non li ho percepiti. Sarò io in difetto, ma proprio non sono riuscita a percepire la tenerezza e l'amore che doveva trasmettere il romanzo...l'unico amore che mi è arrivato dritto al cuore è stato quello per i libri e la lettura! L'idea di lasciare un libro sospeso è geniale...più librerie dovrebbero accettare un gesto così.
La cover la trovo bellissima, cattura subito l'attenzione anche se io, anziché stamparvi sopra l'altalena, avrei raffigurato una poltrona oltre ovviamente ai libri sospesi.
Una piacevole lettura soprattutto per chi ha voglia di qualcosa di leggero e non impegnativo. Non vi aspettate un racconto strappalacrime ma solo qualche sorriso stampato sul viso.

4 commenti:

  1. Bella recensione, peccato che il finale sia un po' deludente.

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  2. Bella recensione; ma se dite che il finale non è un granché, evito di leggerlo

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    1. No Benny, perchè? non è detto che se il finale ha deluso me deve deludere anche te...comunque è una lettura piacevole!

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