10 gennaio 2019

Recensione#78 Il giorno in cui ho imparato a volermi bene - Serge Marquis

Ciao a tutti, ho portato la piccola a scuola e adesso mi rilasso un pò a scrivere ciò che penso dell'ultima mia lettura. Il giorno in cui ho imparato a volermi bene di Serge Marquis, pubblicato nel Gennaio 2018 dalla casa editrice Sperling&Kupfer.

Il libro racconta di Maryse, illustre neuropediatra, bella, intelligente, narcisista,  ossessinata dalla voglia di essere sempre la numero uno, accecata dall'ego.
Da quando ho memoria, ho sempre voluto essere grande, molto grande. La più grande della mia categoria. Essere superiore agli altri. Avevo appena iniziato gli studi universitari, ma già guardavo dall’alto in basso chi mi stava attorno. Calpestavo di continuo la mediocrità. Trovavo gli studenti vuoti e concentrati sul loro ombelico, mentre io, il genio, avrei cambiato il mondo! Mi consideravo una sorta di incrocio tra Madre Teresa ed Einstein. Gli strizzacervelli lo chiamano «narcisismo».
E' mamma di Charlot, un bambino "speciale" che riesce a disarmarla con le sue innumerevoli domande non inerenti alla sua età.
Charlot tornava costantemente alla carica, ostinato come una zanzara affamata: «Mamma, che cos’è l’ego? Perché tu e papà avete divorziato? Perché certi bambini si suicidano?» Quelle domande mi hanno guarita dal mio autocompiacimento. Cioè, non proprio del tutto… Prima che mio figlio iniziasse a farmi quelle domande ero ignorante. Ma lo ignoravo.
Grazie a Charlot, Maryse capisce che certe ferite inflitte dalla vita non hanno un motivo né una spiegazione, e riscopre il valore dell'umanità e l'importanza di dire un semplice "ti voglio bene". Charlot  sarà in grado di dimostrare agli adulti che l'essenziale nella vita sta nell'assaporare ogni istante del presente, nel riscoprire quella tenerezza che ci permette di entrare in connessione con gli altri, nello spogliarsi del proprio ego e di tutte le maschere che ci impone. Solo così è possibile imparare a volersi bene e lasciarsi andare alla vera gioia, quella che si raggiunge solo con l'intelligenza del cuore.

Vi dico subito che leggere questo libro non è stata una passaggiata. Le prime pagine non capivo, ma ero attratta dal sapere e così piano piano mi sono immersa nella lettura. 
La trama è articolata, affronta argomenti delicati, intimi, tristi e reali. Mi sono resa conto che tutte le lacrime trattenute durante la lettura sono uscite fuori senza chiedere permesso alle ultime pagine
Solo dopo aver letto la biografia dell'autore, il dottor Serge Marquis ho capito perchè era riuscito a descrivere e far comprendere, dolcmente e tristemente, ciò che ha messo nero su bianco.
I personaggi, che possono essere identificati tranquillamente con il nostro compagno di banco, il vicino di casa o peggio un familiare, ti fanno entrare subito in sintonia con la loro personalità.
Ho amato e allo stesso tempo odiato Maryse, non comprendevo questo suo muro alzato verso i sentimenti più banali,  il suo voler essere sempre la numero uno e cosa che più mi faceva ribollire il sangue, la gelosia verso suo figlio.
«Charlot potrebbe presentare i suoi disegni su grande schermo e ho trovato anche il titolo: ‘Egoman!’ Con un sottotitolo: ‘Esperti, aiutatemi a disegnare l’ego! Firmato: Charlot, nove anni’. Credo che lascerebbe a bocca aperta l’intero consesso di psichiatri.»
Ero molto, molto seccata.
«Sei impazzito?»
«Sono serissimo, Maryse, e sarò ovviamente al suo fianco. Ma te lo vedi un bambino che richiama l’attenzione di un gruppo di esperti su una delle domande fondamentali dei nostri tempi, una domanda da cui dipende, tra l’altro, la sopravvivenza di tutti i bambini che abbiamo in cura, insieme alla tua, alla mia, a quella di Charlot, di Hamid e dei loro aggressori?»
Mentre parlava io pensavo a Charlot su un palcoscenico acclamato dal pubblico e mi sentivo rodere dalla gelosia. Era esattamente il mio sogno!
Charlot invece, un ragazzino come pochi, di una dolcezza e saggezza infinita. Quando il destino si è accanito contro di lui, credetemi, mi disperavo come fosse reale e non mi davo pace per le ingiustizie che gli stavano capitando.
«Basta bugie e smettila di voler fare quella più forte sempre e comunque! Me ne frego, mamma! Capisci? Me ne frego… Non è per questo che ti voglio bene. Mi piaci quando non sei d’accordo con me e me lo dici. Mi piaci quando mi dici: ‘No!’ Mi piaci quando non condividi per forza le mie passioni e quando hai paura e lo ammetti. Mi piaci quando sei gelosa. Ti voglio bene senza una ragione, per niente e per tutto. Ti voglio bene perché sono capace di amare. Quindi non risparmiarmi, mamma! Non siamo più a quel punto. Ora rispettami.»
Più leggevo e più riflettevo sulla mia vita. Ho una figlia che cerco quotidianamente di proteggere come credo tutti i genitori di questo mondo, e tra le pagine di questo romanzo ho capito che delle volte mi sono comportata , vergognandomi, come  Maryse. Mi sono anche chiesta: e se fosse la mia principessa a pormi queste domande? quale è la risposta giusta da dare? O peggio: e se tutto questo dolore, faccio corna e tocco ferro, dovesse capitare a me, sarei in grado di affrontarlo serenamente come il mio piccolo amico Charlot e la sua amata Marie-Lou?

Alla fine, ho versato lacrime anche per questo.

Navigando in rete, e approfondendo sempre la biografia dell'auotre ho scoperto che ha scritto precedentemente un libro "Ferma il criceto che hai in testa!", il titolo mi incuriosisce e credo proprio che andrò a cercarlo in biblioteca.

La lettura è scorrevole anche se a tratti mi è risultata "pesante".Ho apprezzato l'uso della prima persona, infatti a raccontare è proprio Marysa e ho amato anche le riflessioni sotto forma di diario segreto del Dottor Georges, personaggio importante che non ho citato prima ma che scoprirete leggendo il libro.
[...] Dovrei chiamarla du Bonheur anche in sua presenza. «Salve du Bonheur, quanti ne hai salvati questa settimana? Due, tre, cinque? Siamo quattro a zero per i vivi?» Si arrabbierebbe, ovvio. Adoro quando si arrabbia. Se lo sapesse lei… Aspetto invano un qualche segno, del tipo: «Ebbene sì, caro ciccione Paris – certo che anche il mio cognome… – mi interessi!» Ma quando mai? La freddezza, la professionalità, il cancro prima di tutto!
Io, che ormai da anni sono in grado di leggere le espressioni del volto, decifrare le fisionomie, interpretare i silenzi, con lei sono impotente… Voglio dire, sentimentalmente parlando.[...]
Il finale purtroppo è reale...come nella vita cè chi va e chi resta. L'importante è però aver ricevuto il giusto messaggio.
«Vuoi fare lo scultore da grande?»
«Vorrei fare dei film.»
«Ma tu non ci vedi, come potresti?»
«Beethoven era sordo, perché allora io non dovrei poter fare il regista?»
«Sei forte, ragazzone.»
«Non ha nessuna importanza, papà, ci sono tante di quelle cose ben più importanti nella vita.»
«Tipo cosa?»
«Amare.»
PARERE PERSONALE
Caspiterina in 78 recensioni e oltre un anno di blog non mi era mai capitato di riportare tutte queste citazione...e pensate che il kobo me ne segna sei pagine. Avete capito da quello che ho scritto prima che questo libro mi ha coinvolto parecchio. Ho trovato però, per me, una nota stonata. Vorrei soffermarmi sulla copertina che ovviamente non influenzerà la valutazione finale. Come tutti avete visto è raffigurata una ragazza/donna con in mano dei palloncini gialli e blu che poi sono i colori utilizzati da Charlot e i suoi amici per creare Egoman. Io invece avrei raffigurato altro. Una mongolfiera o delle sculture, capirete il perchè leggendo il libro.
Trama: 5/5 Personaggi: 5/5 Stile: 5/5 Finale: 5/5 Parere: 5/5
Leggetelo, leggetelo e ancora leggetelo...un bellissimo libro con tanti insegnamenti importanti. Come scritto prima la lettura è un tantino impegnativa ma ne vale la pena.

7 commenti:

  1. Anche io ho letto di recente questo libro e le lacrime proprio sono sgorgate senza ritegno.
    Bela recensione!
    Baci.

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    1. Grazie Melinda per essere passata...hai scritto anche tu una recensione? Mi piacerebbe leggerla.
      bacio

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  2. Questo libro lo regalo a mia mamma, tra poco è il suo compleanno😊
    Ciao.

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    1. Bene, un bel regalo! Spero anche a lei piaccia tanto quanto me.
      Un bacione

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  3. Che bella recensione, non conoscevo questo libro. Magari lo leggerò :)

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  4. Nonono non fa per me, non m ipiacciono le storie tristi, di malattie, di handicap... insomma non mi piace quando i libri mi sbattono in faccia la dura realtà...preferisco sognare mondi fantastici. Bellissima recensione!

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